Finalmente! Nel giorno dell’Epifania siamo andati in gita da Fico Eataly World, in quel di Bologna: due adulti ed una bimba di 5 anni.
Parto in quarta con un consiglio: su Fico ho sentito tutto ed il contrario di tutto: arrivateci sapendo cosa andate a vedere!
Non è Expo, anche se tutta la parte esperienziale me lo ricorda e vince su tutto. Fico non è una GDO e non trovate la qualità del supermercato, quindi la questione prezzi non ha senso di essere se sapete che cos’è Eataly e conoscete la sua filosofia. Resta il fatto che, seguendo le (pochissime) offerte, ho preso 2 bottiglie di conserva e 1,5 kg di pasta integrale spendendo 5 euro. A voi le conclusioni.
Precisato questo, alle 11 entriamo finalmente in questo Gotha dell’agroalimentare e qui riassumo alcune mie considerazioni.
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Ci torneremo perché...
- IN: è un’esperienza, anzi, un mondo di esperienze, molte a pagamento ma altre no.
- La produzione avviene in loco, protetta da vetrate: possiamo vedere come si fanno i biscotti (che profumo di mandorle tostate!!!), come si produce lo yogurt, possiamo vedere da dove arriva il miele. I bambini scoprono che esistono varie razze di mucche, di maiali e altri animali da fattoria (li vedono dal vivo anche se a debita distanza), possiamo scoprire come si allevano e come si coltiva la terra.
- OUT: i corsi costano in media 20 euro a persona e durano un’ora circa. Non avendo partecipato non so dire se ne valga la pena, ma voglio scoprirlo e ho inserito nella mia wishlist il corso ‘Pizza, che passione’.
Eataly World
- IN/OUT: quando Farinetti parla di produttori locali non mente. Sugli scaffali della bottega trovate marchi italiani assenti nella grande distribuzione o, se ci sono, hanno una qualità differente. Però mi aspettavo maggiore risalto al prodotto locale e al piccolo produttore, cosa che invece trovo nell’area ristorazione con i vari chioschi da street food.
- Fico Eataly World dà ulteriore visibilità a brand che hanno una forza commerciale per tenere una filiera produttiva, un ristorante o uno spazio al suo interno. Penso a Balocco, Venchi, Poretti, Mutti.
- Di contro, Fico è un’opportunità per scoprire nuove realtà: per quanto mi riguarda, la pasticceria siciliana di Palazzolo, sempre sentita nominare e ora, finalmente assaggiata.
- Lo scopo è promuovere il prodotto Italia nell’insieme e in questo è vincente. Mi chiedo, però, cosa ne sarà di Fico quando i visitatori Italiani non saranno più interessati ad uno spazio generalista come è ora.
Cosa sono le giostre?
- IN: sono ampie stanze tematiche interattive, organizzate ciascuna in 3 fasi ben strutturate. Non vi tolgo la sorpresa, ma la mia preferita è stata ‘L’uomo ed il fuoco‘ proprio all’ingresso.
- Sono a pagamento: 2 euro a persona. Al desk di fianco all’ingresso è possibile fare un abbonamento a tutte e 6 le giostre (10 Euro/persona) oppure un mini-abbonamento a 3 giostre a 5 euro a persona, i bambini pagano il 30%. Sconto 20% per chi presenta tessera Coop. Abbiamo optato per il mini abbonamento: per 3 giostre abbiamo speso 10 Euro in totale (due adulti e una bimba). Nella prossima visita ci dedicheremo alle altre 3.
- OUT: le giostre bisogna sceglierle al momento dell’acquisto e non si può cambiare idea. Ci siamo lasciati consigliare sul percorso più indicato per i bambini: uomo e fuoco, animali e mare. Il mare è quello che mi è piaciuto meno, ma è un gusto personale perché, paradossalmente, è quello dove mia figlia si è divertita di più. Vi lascio scoprire il perché.
Spazio bimbi
- Qui non c’è lo spazio giochi assistito che trovo al centro commerciale! C’è un’Agribottega per i bambini, dove possono trascorrere 2 ore vivendo esperienze ad hoc (costo: 20 euro). Oltre a questo, una serie di altre attività acquistabili sia in loco che via sito.
- A Fico i bambini non si annoiano tra giochi vari, giostre e spettacoli dedicati. Durante la nostra visita, nell’anfiteatro centrale, s’è tenuto uno spettacolo di burattini (8 euro a bimbo) ma Giulia è riuscita a vederlo gratuitamente, pur restando a debita distanza.
Organizzazione degli spazi
- IN: spazi ampi, molto.
- A piedi: nel pomeriggio c’era parecchia gente ma il tutto resta comunque godibile.
- In bici: è possibile muoversi all’interno con biciclette a 3 ruote dotate di cestini.
- In Treno: c’è un trenino esterno che porta da un ingresso all’altro, permettendo una panoramica che diversamente verrebbe persa. Costo: 1 euro a testa per l’intera giornata.
- OUT:
- A piedi: siamo stati all’interno dalle 11 del mattino alle 20 circa e, nonostante tutto, ho faticato ad orientarmi. Gli stand sono tanti e ravvicinati, segnalati con un numero sulla mappa che non trova riscontro nella realtà (certo c’è il nome, ma per agevolare, un numero in evidenza forse era bene metterlo).
- In bici: non avere corsie distinte per pedoni e ciclisti obbliga ad una maggiore attenzione. Mancano biciclette che permettano di caricare i bambini.
- In treno: Fico chiude alle 24 ma la navetta smette la corsa alle 19.30 circa. Gli animali vanno a dormire, certo, ma un’alternativa serale potrebbe essere prevista. Speriamo nell’estate.
Punti ristoro
- IN/OUT:
- ci sono molti punti ristoro e in quasi tutti è possibile provare street food tipico, dal lampredotto al gnocco fritto passando per il cuoppo e ci si può anche sedere se trovate il posto. Il costo medio, da una rapida occhiata, è sui 7/8 euro a testa per cibo+acqua.
- Se preferite stare comodi, ci sono anche alcuni ristoranti di carne, di pesce e stellati con prezzi da ristorante, niente di più niente di meno.
- Noi, ovviamente, abbiamo optato per quello che ho battezzato come il peggiore: il Bistrot della patata della Pizzoli, ma era l’unico che proponeva crocchette di patate di Topolino e gnocchi di patate al pomodoro (5 euro) che si sono rivelati pessimi: senza sale, senza olio né basilico, ma che alla pupa sono piaciuti molto. Valla a capire!
- La mia personale scelta, dettata dalla comodità, è caduta sul chiosco Amadori, proprio di fronte: ali di pollo campese e patate arrosto (5 euro). Buono, caldo e abbondante ma sto ancora rosicando per quello che ho, di fatto, inserito nella wishlist della prossima visita: il forno di Calzolari, L’osteria del fritto e Zivieri. Li trovate tutti a questo link
- Il lato positivo? Le porzioni sono state tutte abbondanti e abbiamo assaggiato qualcosa che a casa nostra difficilmente entrerà.
TRICK:
1. Per chi parcheggia in P1, davanti all’ingresso: c’è una cassa molto discreta appena entrati. Quindi se acquistate, non pagate alle case segnalate perché vi obbligano ad uscire dalla parte opposta!
2. Munitevi subito di carrello, anche quelli che si tirano: sono comodi per le giacche e per caricare i bimbi stanchi se non volete portarli in spalla. Scherzi a parte, ma non troppo, in realtà servono per i prodotti che intendete acquistare (li trovate dislocati ovunque) e li pagate solo al momento dell’uscita.
3. Il parcheggio è gratuito le prime due ore, poi 1.50 euro/h ma all’interno ci sono chioschi convenzionati per cui a fronte di un acquisto, si può pagare forfait di 2.50 euro fino a chiusura. Noi abbiamo optato per questa soluzione al chiosco Amadori, dove abbiamo passato la pausa pranzo.